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Spiritualità & Meditazione
 
« Tra ' due liti d'Italia surgon sassi, e non molto distanti a la tua patria,
tanto che ' troni assai suonan più bassi, 
e fanno un gibbo che si chiama Catria, 
di sotto al quale è consecrato un ermo, che suole esser disposto a sola latria. »
 
Dante Alighieri - Paradiso XXI Canto 
Monastero Fonte Avellna

La storia di Fonte Avellana si intreccia con la storia del monachesimo occidentale. 

Quando si arriva al Monastero si rimane colpiti dalla sua originale struttura architettonica, dalla sua storia, dalla sua bellezza che attira e colpisce per la sua semplicità. La pietra, di cui è costituito, crea un habitat del tutto unico e riflette quello del deserto: una strana sensazione di vuoto.   Entrando nei suoi spazi, soprattutto dimorando nella cella (la piccola  regola di S. Romualdo propone di rimanere seduti in cella a pregare e a ruminare i salmi), si fa l'esperienza del silenzio. È un abbraccio invisibile di energia spirituale che ti vuole salutare, proteggere, elevare.

Fondata nel 1014 da San Romualdo il complesso composto da eremo e monastero ha attraversato 1000 anni di storia, comprese le soppressioni nel 1810 (Napoleone) e nel 1866 (Regno d'Italia). 
Tanti sono i personaggio passati per Fonte Avellana: San Romualdo, San Pier Damiani Priore dal 1043 al 1057, San Giovanni da Lodi Vescovo di Gubbio, Dante Alighieri (che sostò nel 1311), il Cardinale Giuliano della Rovere poi Papa Giulio II, il Cardinale Giulio Feltre della Rovere, Abate Don Gregorio Vitali, Abate Don Giacinto Boni a cui si deve la biblioteca antica, Abate Don Aurelio Guidotti, Don Alfonso Pollini a cui si deve la realizzazione dell'organo.   Fonte Avellana divenne abbazia nel 1325 e successivamente nel 1392 commenda. In quegli anni era la casa madre degli Avellaniti una congregazione autonoma. Nel 1569 gli Avellaniti furono soppressi e Fonte Avellana passò alla Congregazione Camaldolese. Successivamente nel 1610 passò alla Congregazione Cenobitica Camaldolese di San Michele di Murano e nel 1935 nuovamente ai Monaci Eremiti Camaldolesi che tuttora lo gestiscono.

Immensa ed importantissima la biblioteca storica, fatta allestire nel 1733 dall’Abate Giacinto Boni di Forlì, grande amante delle scienze e delle lettere.   Tante vicessitudini resero più volte spoglie le scaffalature lignee.   Oggi contiene quasi tutto il patrimonio librario antico di Fonte Avellana che è costituito da circa 25.000 volumi tutti stampati a partire dalla scoperta della stampa (il libro più antico è un incunabolo del 1470) fino alla fine del sec. XIX.
Il Turista deve assolutamente viditare lo "Scriptorium S. Pier Damiani", l’ambiente più significativo di Fonte Avellana; il luogo dove i monaci amanuensi obbedivano alle disposizioni della Regola di San Benedetto circa il lavoro quotidiano trascrivendo su pergamena antichi testi classici greci e latini, realizzando preziosi codici miniati. Quello di Fonte Avellana è uno dei pochissimi ancora originali non avendo mai avuto bisogno di essere ricostruito a seguito di bombardamenti o fenomeni sismici.

Visitare il Monastero è semplice: dal Lunedì al Sabato dalle 10,00 alle 11,30 e dalle 15,00 alle 17,00 - Domenica e festivi dalle 10,00 alle 12,00 e dalle 14,30 alle 18,00.
Visita guidata obbligatoria ogni 30 minuti con partenza dal portone d'ingresso del Monastero.
Prenotazione obbligatoria per gruppi superiori alle 10 persone (via e-mail: info (et) fonteavellana.it oppure 0721.730261 dalle 10,00 alle 12,00).

 

Chiesa Baronale 

Ben 11 furono le chiese esistenti nel territorio di Frontone nel periodo medievale, la maggior parte delle quali però sono andate distrutte in seguito a terremoti. Attualmente troviamo: Cuore Immacolato di Maria (chiesa parrocchiale), Chiesa della Madonna del Buon Consiglio, Chiesa della Madonna di Loreto o San Lorenzo, Pieve di San Savino, Chiesa di San Pier Damiani (a 1500m slm), Santuario della Madonna dell'Acquanera, Chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo e la Chiesa baronale di Santa Maria del Soccorso.

Proprio quest'utlima, perfettamente conservata, ha una storia particolare: un'antica immagine di Maria con il Figlio sulle ginocchia, dipinta entro un muro interno della casa di un certo Vincenzo Magnoni, situata entro il Castello, dispensava, secondo il detto locale, numerose grazie. Nel 1628 Monsignor Bili ordinò che l'immagine miracolosa venisse trasferita nella chiesa parrocchiale, si tenesse chiusa la casa e fosse demolito l'altare qui esistente.
Ma la devozione verso la miracolosa immagine aumentò sempre più, tanto che i fedeli mostrarono il desiderio di convertire in chiesa la detta abitazione. I lavori iniziarono solamente nel 1643, per volontà della contessa Baldinacci, moglie del conte Francesco dalla Porta. Essa infatti, nel testamento, ordinava al figlio di convertire in chiesa suddetta casa.

Oggi non vi celebrano più uffici perché sconsacrata ma è sede di diverse mostre d'arte.

 

Cripta San Biagio

Il Comune di Serra Sant'Abbondio, posto sul versante sinistro dell'alta valle del Cesano, fu fondato nel sec. XIII dal libero comune di Gubbio.    Per la rilevante posizione strategica del luogo per la difesa e il controllo di una delle vie di collegamento dei due versanti appenninici, fu meta di tanti pellegrini e viandanti.

Custodisce nel suo territorio importanti luoghi spirituali come: il Monastero di Fonte Avellana, l'edicola detta della "Santa Maria della Canale", abbellita da un affresco del XV secolo e la Cripta di San Biagio.

Quest'ultima si trova presso il cimitero della frazione Leccia.    

Si tratta di uno degli ambienti più antichi della Regione Marche, che secondo alcuni studiosi risale al 7-8 secolo dopo Cristo, un raro esempio di architettura paleo cristiana.   

La cripta è sorretta da quattro colonne di origine romana, che sono sovrastate da quattro pulvini che fungono da capitelli di raccordo tra le colonne e gli archi sovrastanti.  

Le quattro colonne dividono la zona centrale in tre navate che portano nella zona absidale dove ai lati si dividono due cappelle che terminano con absidi circolari.   Sul fondo è posto l'altare, che secondo la tradizione appartiene ad un ara sacrificale di tempio pagano.     L’ambiente buio, umido e muscoso, guarda verso est ed è capace diinfondere sensazioni antiche. Il profumo di muschio che si respira al suo interno, per niente fastidioso, prende per mano il visitatore e lo conduce in un’altra epoca dove, disgregatosi l’impero romano e iniziata la dominazione bizantina, soltanto in questi ambienti di fede era possibile raccogliere le proprie speranze, all’ombra della Croce, in vista di anni migliori…   

Al di sopra della cripta sorge una piccola chiesa, che su un muro esterno ha murata una formella rettangolare con una Croce di Lorena in rilievo molto rara.  Info 0721 730657 Pro Loco Serra Sant'Abbondio.

Madonna dell'Acqua Nera

Il Santuario della Madonna dell'Acquanera, è situato sulle pendici del Monte Acuto, a meno di 3 km dalla frazione di Buonconsiglio, a circa 700 metri s.l.m. Il documento più antico che accenni alla chiesa ed al romitorio annesso risale al 1290. La statua in terracotta rappresentante la Vergine con il Figlio sulle ginocchia, opera di Antonio Durante, è del 1518. Nel 1572 venne unita al Monastero di S. Maria degli Angeli di Pesaro, che ben presto la retrocedette a Fonte Avellana, che a sua volta la cedette (nel 1808) al vescovo di Cagli. Il vescovo ottenne dalla S. Sede un rescritto per demolirla e ricostruirla in luogo più comodo, ma il popolo vi si oppose obbligandosi a mantenerla a proprie spese. Venne restaurata nel 1855 per cura ed opera di Angelo Paraventi di Frontone, che vestì l'abito eremitico e ne rimase custode. Le stazioni della Via Crucis lungo il tratto di strada che dal fiume Cinisco conduce al santuario furono erette nel 1918. Nel 1972, assieme al fabbricato annesso, fu restaurata ad opera dell'Azienda Speciale del Catria e fu aperta una nuova e comoda strada.   Il fabbricato è di pietra locale, semplice ed austero.   Sono visibili gli spostamenti di portali e finestre effettuati nel tempo. Si nota tuttora un modesto portale romanico interno ed un grande arco a tutto sesto sulla parete prospiciente l'ingresso, dove si trova l'unico altare costituito da una nicchia con ornamento ligneo, entro la quale è collocata la scultura della Madonna. All'interno del santuario è venuto alla luce, durante i recenti restauri, uno scudo con i blasoni delle famiglie della Rovere, di Carpegna o Montefeltro, della Porta ed altri simboli. Si può supporre che l'intera parete sia stata commissionata al pittore dal conte Giulio della Porta in occasione delle sue nozze (1577) con Francesca di Carpegna. Durante l'ultimo conflitto mondiale, alcuni partigiani trovarono rifugio in questa chiesa e da qui preparavano i loro interventi. Ogni anno, l'8 settembre, in occasione della natività della Madonna, un folto gruppo di fedeli sale in processione fino al santuario percorrendo l'antico sentiero (Info 0721.786158 Azienda del Catria).

Refugium Peccatorum - Chiesuola della Canale

Appena usciti dalla cittadina di Serra Sant’Abbondio, in direzione Frontone s’incontra, sulla destra, una chiesuola isolata nel mezzo della campagna.

Il nome per cui è conoscita ai più è dovuto ad una fonte d'acqua che sgorga nei pressi della costruzione.

La "Chiesuola della Canale", non attrae il passante per la sua forma sobria e dimensioni minute ma al suo interno, una volta varcata la porticina, si schiude alla vista un miracolo di arte.

L’interno è completamente affrescato, si distinguonoancora la figura di Dio, in alto e, ai lati, Cristo, la Madonna, SanSebastiano, San Pietro ed altri personaggi.

In pochi però conoscono la sua leggenda...    Si narra che i mascalzoni dellacittà (o coloro che avessero commesso un torto), una volta giunti alla chiesola, senza essere stati visti, potevano entrare e supplicare il perdono a Dio. Se sinceramente pentiti gli era accordata, dall’Altissimo, la misericordia.   Dietro l’altare una scritta curiosa e rovinata dal tempo: “refugium peccatorum”, il rifugio deipeccatori, riporta alla memoria la leggenda.   Per visitare il luogo di culto occorre rivolgersi, preventivamente, all’Amministrazione Comunale 0721 730120.   

Poco distante, si suggerisce una visita la  centro di Serra Sant’Abbondio dove lungo la via principale è ubicata la Chiesa principale.   Passeggiando per le vie si noteranno alcune strette porte sormontate da un arco a tutto sesto (oggi murate) situate nella facciata di alcune abitazioni di origine medievale. Si tratta delle cosiddette “Porte del Morto”.  Vuole la tradizione che da questi varchi, un tempo aperti, si potesse avere libera uscita soltanto in un’occasione del funerale! Sempre secondo l’antica usanza, quando qualcuno spirava all’interno della propria abitazione, una volta posizionato sopra un catafalco funebre, una volta scesi a fatica i gradini e raggiunto il piano terra, la cassa o la lettiga non riuscivano quasi mai a passare e quindi venivano messe in verticale e fatte uscire dalla Porta del Morto.

 

La città di Cagli e le sue Chiese

La città di cagli è ricca di chiese, per il Turista sarà facile visitrale a piedi girovagando per il centro della città.  

Dalla Concattedrale nell'Abazia dei Cappuccini alla Chiesa di San Domenico passando per quelle dedicate a San Giuseppe, San Nicolò, Santa Chiara, Sant'Andrea,...

Una visita merita sicuramente la Chiesa di San Francesco edificata fra il 1234 e il 1240 è considerata l'emblema del gotico medioappenninico.

L'elegante abside poligonale, dominato dallo slanciato campanile concluso da una guglia in cotto di 12 metri di altezza, mostra un ricercato equilibro cromatico. 

Il portale marmoreo del 1348, con colonne tortili e lanceolate alternate a pilastri quadrangolari, reca nella lunetta un affresco attribuito a Guido Palmerucci raffigurante La Madonna del Soccorso, dell'allegrezza e degli agnelli, con i Santi Francesco e Battista.   L'interno si presenta ad aula unica, e della vasta superficie affrescata e poi occultata in seguito a scialbatura nel 1579, riemergono solo alcuni frammenti attribuiti all'Antonio Alberti da Ferrara.  Degni di nota sono il dipinto firmato da Gaetano Lapis, raffigurante La Madonna della Neve (1730) e la pala realizzata dal pittore manierista Raffaellino del Colle che ritrae La Madonna col Bambino e i Santi (1540).

Pergola e la religione Cristiana

La cittadina di Pergola nasconde tanti tesori legati al mondo religioso.

Uno di questi è sicuramente la chiesa di San Francesco, fondata dai Francescani nel 1255 fu trasformata nel secolo successivo. Ha la facciata in conci levigati, divisa verticalmente in tre scomparti non regolari, con grande rosone ed un portale di pregevolissima fattura con arco a sesto acuto, alleggerito da quattro diverse modanature e contornato da formelle in pietra arenaria sulle quali sono scolpiti motivi animali e floreali.  Ogni hanno è metà di tantissimi pellegrini per la via crucus del Venerdì Santo grazie ad una secolare rievocazione storica. 

Di notevole rilevanza  il Duomo dei Santi Andrea Apostolo e Secondo Martire voluto dai monaci agostiniani a partire dal 1258.  Della originaria costruzione in stile romanico-gotico rimane traccia nella torre campanaria, caratterizzata dalla cella con archi a sesto acuto, uno degli emblemi della città.   All'interno, a tre navate, spiccano otto altari barocchi in legno intagliato e doratoche custodiscono le statue lignee dell'Angelo Custode, della Madonna dei Sette dolori e del Cristo Morto (sec. XVIII).  Nelle pareti spiccano tra le tante due grandi tele di Giovanni Francesco Ferri: il martirio dei Santi Secondo, Agabito e Giustina (patroni della città) e l'Arrivo del corpo dei Santi Protettori a Pergola (1758-1763) oggi rievocato ogni anno con una festa medievale.   La Cattedarale custodisce tanti oggetti di valore e reliquie. 

Prima di lasciare la città il Turista deve visitare la Chiesa Santa Maria delle Tinte che prende il nome dal quartiere dei tintori e dei lanaioli lungo il Cesano. Costruita nel corso del sec. XVIII trasformando una primitiva cappella, reca sopra il portale la data 1787. Vi si possono ammirare una pregevole copia dell'Annunciazione di Federico Barocci (sec. XVII) una Crocefissione di Gian Francesco Ferri, e una Vergine con Santi attribuita a Giovanni Anastasi (1653-1704) da Benedetta Montevecchi.

Altre chiese: Santa maria dell'Olmo e di Piazza, Collegiata di Sant'Andrea Apostolo, San Vitale, Sant'Orsola, , San Marco, San Giacomo, ...

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